Dopo due "tutto esaurito" al Teatro La Fenice di Osimo, si replica, con la collaborazione della sezione Avis di Castelfidardo.
LA COMMEDIA Osimo, inverno 1874. Un misterioso gentiluomo in cilindro e finanziera scende alla stazione ferroviaria e noleggia un fiacre (un taxi dell'epoca) per recarsi in città. E' notte: durante il tragitto qualcuno ferma la vettura e uccide il passeggero. Mai si riuscirà a far luce sui mandanti del delitto e sull'identità dell'uomo, che la popolazione locale soprannominerà "Bombetta". Da allora, questa inquietante storia è stata tramandata di generazione in generazione e leggenda vuole che l'anima senza pace del suo protagonista si aggiri ancora per la città, terrorizzando i viandanti notturni. Come riscoprire questa insolita vicenda, che ha animato i racconti di tanti nonni seduti coi nipotini attorno al focolare? Gli autori de "La Bonanima de Bombetta" hanno provato a ricostruire con la fantasia, l'indagine che si è svolta dopo il delitto. Il risultato è una commedia ora allegra e surreale, ora drammatica e meditativa, dove il sorriso e la riflessione s'incontrano per delineare i vizi, le virtù, i dubbi e i moti interni dei vari personaggi. Una trama in due atti che parla del passato e insieme del presente, anche grazie all'uso di anacronismi paradossali, che catapultano aspetti e problematiche del mondo contemporaneo nella Osimo di 140 anni fa.
L'idea della commedia è di Valeria Taborro, ispirata dai racconti della sua bisnonna, detta Nonna Gonnella. Per la ricostruzione del delitto gli autori si sono basati su un articolo di Vincè, il fio de Valmore. Ogni riferimento a nomi, persone e circostanze non inerenti al fatto di cronaca è puramente casuale.