Concerti per violoncello e orchestra all'Università di Ancona, Ancona AN, 10/04/2014 - Marche in Festa
 

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Dettagli evento:

apr 10 2014

Concerti per violoncello e orchestra all'Università di Ancona

Concerto del giovane e famoso violoncellista Umberto Clerici, ore 21.00

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dove: Aula Magna di Ateneo "Guido Bossi"
data: giovedì 10 aprile 2014, dalle 21:00 alle 00:00
intrattenimenti:
info sul luogo: L'evento si svolge al coperto

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Organizzazione: Non definito
Referente: Non definito
E-mail: Contatta il referente
Telefono:
Descrizione evento:
Finalmente torna nelle Marche, dopo quasi 10 anni, il carismatico Umberto Clerici, violoncellista torinese oggi 32enne che ha già alle spalle una grande esperienza solistica internazionale. Aveva suonato da solista con la Filarmonica Marchigiana all'inizio della sua carriera, subito la vittoria dei primissimi fra i numerosi premi nazionali e internazionali che hanno contribuito a lanciarlo, e per il suo ritorno oggi sceglie due splendidi pezzi per violoncello e orchestra: una perla rara della musica strumentale italiana della prima metà del Novecento, il Concerto op. 58di Alfredo Casella, e un gioiello della letteratura per violoncello composto da un gigante della musica russa, le Variazioni su un tema rococòdi Pëtr Il'i? ?ajkovskij. 
 
Alfredo Casella, anch’egli torinese come Umberto Clerici, studiò a Parigi: allievo di Fauré, compagno di studi di Ravel e Enescu, crebbe dunque respirando l’aria della capitale culturale di inizio Novecento. Appartiene (con Alfano, Malipiero, Pizzetti e Respighi) alla cosiddetta “generazione dell’80”, ovvero a quel gruppo compositori italiani nati intorno al 1880 che scrissero quasi esclusivamente musica strumentale, in reazione alla lunga stagione musicale italiana in cui l’Opera era stata sovrana incontrastata. Nel Concertoper violoncello, opera della maturità, Umberto Clerici mette in luce i molteplici elementi della composita personalità di Casella: il suo interesse per il neoclassicismo musicale(a lui si deve molto della riscoperta del genio di Antonio Vivaldi), evidente nell’uso del contrappunto, e quello per la musica “contemporanea”di allora, che si coglie nelle numerose analogia con le sonorità di Šostakovi?; l’eredità dell’orchestrazione operistica pucciniana, che traspare nel lirismo del secondo movimento, in cui il violoncello “canta” la melodia quasi sempre raddoppiato da altri strumenti (esattamente come i cantanti nelle opere di Puccini); la massiccia influenza del Futurismo, che si manifesta fin dall’incipit del primo movimento, quasi una trasposizione sonora delle atmosfere pittoriche di Boccioni o Balla, che a Clerici «suggerisce l’immagine visiva di una stazione ferroviaria di inizio Novecento, con fumo, ingranaggi, gente che corre, emblema di un secolo in piena espansione».
Una bella occasione, questa serie di concerti nelle Marche, per ascoltare un concerto affascinante ma di rara esecuzione, particolarmente interessante anche in quanto uno dei pochissimi pezzi per violoncello e orchestra composti in Italia in quell’epoca di grandi trasformazioni culturali.
 
Tutta un’altra atmosfera quella delle splendide “Variazioni” di ?ajkovskij: un pezzo breve e conciso, apparentemente lezioso e leggero ma che presenta in realtà una incredibile qualità compositiva, in un'idea molto raffinata di “stile Rococò” (ispirata a Mozart), con un tema semplice e cantabile che fiorisce man mano che si sviluppano le variazioni.
Anche questo pezzo è per certi versi una “rarità”, dato che nel repertorio per violoncello e orchestra non c'è un altro esempio di tema con variazioni, senza contare che nessun altro grande compositore si è mai cimentato in un brano espressamente virtuosistico di questa lunghezza per il violoncello, strumento notoriamente meno "funambolico" del violino e del pianoforte.
Anziché affrontarlo come un pezzo virtuosistico, vuoto e potenzialmente un po' goffo, nella sua interpretazione Umberto Clerici preferisce pensare ad un “sogno rococò”, all’idea di un’epoca in cui il piacere e la bellezza estetica erano valori centrali: un'ostentazione, sì, ma non di strumentalità (nonostante l’oggettiva grande difficoltà), quanto piuttosto di orpelli, fioriture, invenzioni e abbellimenti. In questo modo, già l'introduzione orchestrale, che “tradizionalmente” viene eseguita con un tempo lentissimo che la sovraccarica di solennità, suonata con il giusto carattere (in un andamento “Moderato, quasi andante”) aiuta ad entrare in quel “mondo parallelo”, incipriato ma evocativo. E così il corno, che collega l'introduzione al tema del violoncello, diventa un richiamo antico e profondo. «Quello che ho sempre ricercato – dice Umberto Clerici – è l'equilibrio tra un tema di gusto settecentesco e la sensibilità estremamente romantica di ?ajkovskij, senza sconfinare né nella leziosità né in un’espressività sovraccarica, mantenendo così il carattere elegante e spontaneo del pezzo».
 
All’interno dello stesso programma, la Filarmonica Marchigiana, diretta da Giuseppe Ratti, eseguirà la Sinfonia n. 1 in Re maggiore op. 25 (detta “Classica”) di Sergej Prokof’ev. Aprirà invece i concerti di Macerata, Chiaravalle e Jesi l’Introduction et Allegro di Maurice Ravel per arpa con accompagnamento di flauto, clarinetto e quartetto d’archi (arpista Margherita Scafidi).
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