Letture: ... - Teatro a Pesaro - PU
dove: | TEATRO G. ROSSINI DI PESARO p.le lazzarini |
data: | martedì 14 ottobre 2014, dalle 21:00 alle 23:00 |
intrattenimenti: | |
info sul luogo: | L'evento si svolge al coperto |
Qui trovi maggiori informazioni su questo evento |
Organizzazione: | associazione Amici della prosa |
Referente: | GIOVANNI PACCAPELO |
E-mail: | Contatta il referente |
Telefono: | 072164311 |
Martedì 14 ottobre alle 21, va in scena al Teatro G. Rossini per il Festival Nazionale d’Arte Drammatica, "Alcesti o la recita dell'esilio" di Giovanni Raboni, poeta, scrittore, giornalista della generazione degli anni ’30. Si tratta di un tipico “teatro di parola”, un testo moderno in cui teatro e poesia, palcoscenico e versi s'intrecciano fra loro in maniera indissolubile, presentato da una Compagnia per la prima volta in cartellone alla nostra Rassegna: il Gruppo Teatrale “La Betulla” di Nave di Brescia. La regia è di Bruno Frusca, un personaggio che interpreta il meglio del teatro amatoriale della nazione: ha dedicato e dedica tutta la propria vita al teatro, ha fondato la compagnia nel 1968 e ne è tuttora il deus ex machina; per dare ulteriore vita alla sua passione, nel 1974 ha realizzato al pianoterra della sua abitazione un suo teatro, una sala di 100 posti dotata di tutte le attrezzature tecniche e logistiche, in piena regola per operare ed ove spesso si sono svolte le prove delle pièce via via rappresentate dalla Compagnia in giro per l'Italia.
L'opera ha una connotazione meta teatrale, cioè del teatro nel teatro. Fin dall'inizio i tre protagonisti, l'anziano Simone, il figlio Stefano e la nuora Sara, per sfuggire al pericolo si sono rifugiati in un teatro. La città, dominata dalla dittatura, è a ferro e fuoco; i miliziani sono in caccia dei tre fuggitivi che hanno l'unica colpa di essere dei paladini della libertà. I tre sono in attesa d'imbarcarsi per sfuggire ad un destino ormai segnato. Nella fase della trepida attesa nasce una discussione, in cui soprattutto padre e figlio si rinfacciano i torti subiti, le reciproche inadempienze, le divergenze sentimentali e morali destando, infine, sconcerto e perplessità nella donna che li ascolta. Arriva, poi, inattesa la comunicazione secondo cui sulla nave della salvezza c'è posto solo per due persone; uno dei tre, quindi, dovrà rinunciare all'esilio per salvare la vita agli altri due.
Sara, già attrice in gioventù, che ha recitato proprio in quello stesso teatro, interpretando la parte dell'ancella di Alcesti, prende coscienza del suo ruolo salvifico, rinnega ogni egoismo individualistico, abbracciando la via del sacrificio e lasciando così nella loro miserevole pochezza, i due uomini che le hanno studiate davvero tutte pur di mettere al sicuro l'incolumità della propria vita. Una scelta esemplare ed edificante quella della donna che Raboni mantiene su un piano non comune,quasi di misteriosa trascendenza.