La Madonna della Tibia è una chiesa rupestre che si trova su un panoramico ripiano arenaceo alla testata del Vallone del Rosario da cui si apre una magnifica veduta sugli sterminati boschi con i piccoli paesini montani fino alle cime del vicino gruppo del Gran Sasso. Già dal XII secolo il toponimo del luogo era Tibbla ma la storia racconta che il nome deriva dalla rovinosa "caduta" che Bernardo Paolini da Amatrice ebbe col suo cavallo in cui si ruppe la tibia ma non morì per la grazia di Maria. Era il 9 agosto del 1617 e come ringraziamento si costruì la chiesa con il "ristoro" per i passanti in cui si trasferì l'immagine sacra, giorno in cui si celebra la festa con la concessione dell'indulgenza plenaria. Nei "boscosi" Monti della Laga si trova l'appartato paesino di Nerito in una natura integra dove la ricchezza di legno ha legato la locale economia alla sua produzione divenendo terra di boscaioli dalle antiche tradizioni e un evento in particolare è strettamente legato alla legna e al suo significato anche simbolico: il Fuoco di Natale. Consiste in una grande catasta di un centinaio di quintali con al centro la "Stanga", palo di 10 metri, messa insieme dalla colletta dei paesani che viene accesa la Vigilia di Natale e mantenuta "viva" ininterrottamente fino al giorno dell'Epifania. La tradizione solstiziale ha origini sicuramente pagane o forse addirittura preistoriche come segno purificatore e propiziatorio oltre che rinnovatore.