Ronnie Baker Brooks è il figlio del grande bluesman Lonnie Brooks, star dell’etichetta Alligator Records. Calca per la prima volta il palcoscenico a nove anni, suonando con Lonnie al "Pepper's Lunge” di Chicago. “Mio padre mi disse che se avessi imparato le canzoni "Messin with Kid" e "Reconsider Baby" mi avrebbe permesso di suonare con lui il giorno del mio compleanno". Ronnie ci riesce ed il suo show cattura moltissimo il pubblico. Entra nella band del padre nel 1986 e si realizza come chitarrista, cantante e compositore.
Ronnie suona per la prima volta da solo nel 1992 al Festival di New Orleans, sostituendo il padre malato. La notte seguente si esibisce a Memphis, mentre Albert King, suo idolo, lo guarda da dietro le quinte e lo spinge sulla sua strada.
Ronnie ha suonato sul palcoscenico con molti giganti del blues e del rock: Albert Collins, Steve Ray Vaughan, BB King, James Cotton, Robert Cray, Taj Mahal, John Mayall, Luther Allison, Buddy Guy, The Black Crowes, Little Feat, Slash, Los Lobos, Aerosmith. Ha lavorato con molti artisti: Junior Wells, Eric Johnson, Johnny Lang, Kenny Wayne Shepherd, Keb Mo, Tommy Castro.
Con quest’ultimo ha pubblicato nel 2008 il cd “The Legendary Rhythm & Blues Revue: Command Perfomance”, preceduto dai cd da solista “Golddigger” (1998), “Take Me Witcha” (2001), “The Torch” (2006) e dal dvd “Ronnie Baker Brooks Live”. La musica di Ronnie, autodefinita “power blues”, è influenzata da Jimi Hendrix, Steve Ray Vaughan, Albert Collins, Muddy Waters, ma soprattutto dal padre, che considera il suo mentore. Gli ingredienti blues, rock, soul e funky della musica del nuovo guitar hero Ronnie sono esaltati sul palco non solo dalla sua Fender, ma anche dalle perfomance straordinarie del bassista Carlton Armstrong e del batterista C.J. Tucker.
Ronnie Baker Brooks chitarra e voce
Carlton Armstrong basso
C.J. Tucker batteria