FORME
ore 18 - Libreria laFeltrinelli (C.so della Repubblica, 4)
IL PALCOSCENICO DELL’EVOCAZIONE
L'ARTE INVISIBILE DEL RADIODRAMMA
a cura di Rodolfo Sacchettini
coordina Pierfrancesco Giannangeli
- ingresso libero - La sfida dei pionieri del radiodramma italiano tra incertezze e azzardi creativi, tra resistenze e sperimentazioni. Dall'ascesa e caduta del fascismo alla diffusione della televisione la radio attraversa i cambiamenti repentini di un intero paese. Ma come nasce il radiodramma? I toni sono quelli di una "genesi" artistica e bisogna innanzitutto dare cittadinanza sonora a ogni cosa (le azioni, i sentimenti, gli oggetti, i luoghi). Porte che si aprono e si chiudono, il soffiare del vento, lo sferragliare del treno, il fischio di una nave... emergono di nuovo nel "buio" della radio. I primi dibattiti, le teorie e anche i fallimenti sono materiale vivo per ripercorrere passo dopo passo un'avventura culturale e artistica che è entrata capillarmente nell'immaginario di tante generazioni di italiani.
IDOLI
ore 20.30* - Galleria Antichi Forni (Piaggia della Torre, 4)
DEFLORIAN/TAGLIARINI
REWIND_OMAGGIO A CAFÉ MÜLLER DI PINA BAUSCH
di e con Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
e con Federica Cerquetti
si ringrazia la coreografa e professoressa Anna Zanconi
ESCLUSIVA REGIONALE *Prenotazione obbligatoria al num. 329 7020664 1978. Café Müller di Pina Bausch. Un infarto teatrale nel mondo della danza. Un evento artistico, un pezzo di storia dell’arte del ‘900.
Per tutti noi - troppo giovani allora - Café Müller è stato una pietra di paragone, un mito, una frase fatta. A distanza di trent’anni abbiamo preso Café Müller come punto di partenza. Quell’oggetto oggi è inevitabilmente altro: il tempo trasforma, cancella, confonde e l’idolo, intoccabile e mitizzato si frantuma, rimangono le sacre macerie. Finalmente le macerie. E allora è possibile camminare tra queste macerie, prenderne in mano una, guardarla da vicino e frantumarla ulteriormente. E’ possibile finalmente ridere. Con quello che resta è possibile fare tutto.
“Ogni uomo uccide ciò che ama” canticchiava Jeanne Moreau in un film di Fassbinder. Un lavoro sui tradimenti della memoria quindi, un tentativo di re-invenzione fatto di continue interruzioni, da miriadi di piccoli racconti collaterali tra autobiografia e totale fantasticheria. Un improbabile riavvolgimento del tempo, rewind appunto.