Marche in festa

Il giornalista Vincenzo Oliveri intervista l'Autore del libro "Italiani Soldati in Afghanistan" (Ed. Controvento) Gaetano Tuoro.



Il libro racconta:

Sei mesi in Afghanistan è l’esperienza vissuta da un sottufficiale dell’Esercito Italiano; un’avventura, raccontata in episodi, iniziata già con il volo di andata: un viaggio di circa quindici ore che si trasforma in una odissea di circa quaranta ore. Un aereo che improvvisamente non vuole più partire e una macchinetta del caffè che diventa il luogo di socializzazione tra colleghi freddi e taciturni preoccupati solo di arrivare a destinazione pensando alle famiglie che si lasciano dietro. A rompere il ghiaccio ci pensa prima un assistente di volo, un romano, e poi Gennarino, un Primo Maresciallo napoletano con la sua semplicità e sincerità nei modi di fare e umanità. L’avventura continua nella prima missione, un viaggio sulla Toyota bianca, in colonna, a circa duecento chilometri dalla base, attraversando deserti, su piste a volte improvvisate e difficili da seguire. Un deserto che pian piano si anima, rivela la sua gente, i volti, la vita, il lavoro. Un viaggio che termina in un villaggio dove la colonna vive una notte di tensione: la minaccia di un gruppo di uomini armati (talebani?) in avvicinamento all’accampamento. Ma le sorprese non sono finite: durante il viaggio di ritorno il fiume si è ingrossato e tutta la colonna è ferma in cerca di una soluzione di attraversamento. Il lavoro si fa interessante con l’incontro di due registe sorelle impegnate nel cinema afghano su temi a difesa della donna. Il sottufficiale italiano e il suo ufficio sono coinvolti nella battaglia per supportare il loro cinema; come? Un’idea, la condivisione della battaglia con altri colleghi e un pizzico di fortuna tra contatti con Istituzioni in Italia, Ambasciata italiana a Kabul e le due registe. Ma anche un italiano va portando avanti la sua battaglia all’interno della base… forse il cappellano? Dal suo arrivo qualcosa cambia di domenica in domenica; e tra prediche e canti, c’è anche il tempo per delle foto.

Un ex Mujaiddin, che ricopre un ruolo importante nel nuovo corso dell’Afghanistan, non vuole proprio saperne di concedere un’intervista al sottufficiale italiano, ma alla fine acconsente e inizia una collaborazione stretta. Il giorno prima della partenza di quest’ultimo dall’Afghanistan, l’ex Mujaiddin è venuto a salutarlo esprimendo parole di amicizia. 15 ragazzi universitari sono invitati a presentarsi nella base militare per una selezione. Si trascorre insieme un pomeriggio intero, si viene a conoscenza delle loro aspirazioni, i loro sogni, la loro vita, tanto che quando questi ragazzi lasciano la base, tutti, nell’ufficio, hanno l’impressione di condividere con loro più di quanto non avrebbero mai pensato. Per due di loro, Ali e Fahim, i sogni diventano realtà. E per concludere, una conferenza sulla donna. L’invito alla direttrice del Dipartimento femminile dell’università di Herat a partecipare e intervenire nella discussione, con una rappresentanza qualificata, all’interno della base militare per affrontare temi sulla donna, sul loro ruolo nella società afghana. Diventa l’evento cercato per il lancio della campagna di promozione sull’immagine della donna in Afghanistan.